venerdì 31 agosto 2012

#LaVendettaDeiPirati di Emanuela Ruggeri


In occasione della Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore (23 aprile), avevo promesso che avrei festeggiato con l’acquisto di un libro di un autore emergente, beh, ci ho messo due mesi e mezzo (mesi in cui non sono certo stata a digiuno da libri, ma in cui mi sono concentrata su enormi mancanze del passato), ma ho mantenuto la promessa.

I social networks mi hanno aiutata nella scelta e, quasi senza indugi, ho dato cieca fiducia ad una giovanissima Emanuela Ruggeri: <<Ho scritto "La vendetta dei pirati" all'età di dodici anni. Dopo sette anni ho deciso di riprendere in mano le bozze e riscrivere il tutto, ampliando capitoli, modificando situazioni e aggiungendo nuovi personaggi; inoltre mi sono documentata a fondo sulla storia dei pirati. Ho svolto il duro, ma piacevole lavoro in un anno. Poco dopo il libro è stato selezionato per la pubblicazione. Il romanzo è nato semplicemente dalla passione che ho per i pirati e per le avventure in mare, condotte su grandi galeoni, mentre il vento ti accarezza il viso e sul ponte rintoccano le ore otto...>> (intervista tratta dal sito dell’autrice www.emanuelaruggeri.altervista.org)
Come da titolo, il romanzo di Emanuela parla di pirati e, nonostante l’argomento non mi sia mai stato a più di tanto a cuore, mi è bastato leggere l’incipit del libro e, non so spiegarmi il come, non ho desiderato altro se non continuarlo e scoprirne intrecci e sviluppi. (http://www.ilfilo.eu/emanuelaruggeri/incipit.html)
E’ un romanzo per ragazzi (così classificato dall’autrice), scorre in maniera incredibilmente fluida e, nonostante la semplicità dei testi, si sa far amare ed apprezzare pagina dopo pagina, tenendoti incollata sino all’ultima.
[Emanuela Ruggeri è nata a Roma nel 1990. Frequenta il secondo anno della Facoltà di Lettere presso l'Università di Roma Tre. "La vendetta dei pirati" è il suo primo romanzo.]

(ndr: questo post era stato originariamente scritto a luglio, poi la mia chiavetta USB, quella con dentro gli ultimi 3 anni della mia vita, anzichè scendere con me dal treno, decise di abbandonare la tasca dei miei pantaloni per proseguire il viaggio... Un minuto di silenzio, grazie)

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